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Si è spenta stamani all’età di 78 anni, nella sua casa a Roma a causa di un tumore, Virna Lisi è morta. La signora del cinema italiano. Il figlio Corrado, che ha dato la notizia, ha detto che la madre si è spenta tranquillamente nel sonno. L’attrice aveva scoperto la malattia solo un mese fa.

Elegante, sempre perfetta, aveva però detto tanti no nella sua carriera, una grande attrice, ma prima una grande donna. Tra gli altri a Ferzan Ozpetek. «Aveva scritto per me il ruolo che poi è andato a Lisa Gastoni in Cuore sacro, ma io ero già impegnata», aveva detto l’attrice in una intervista di qualche anno fa.  Una bellezza perfetta, algida, aristocratica, Virna Lisi nata ad Ancona l’8 novembre 1936 ha  vinto tanto: sei Nastri d’argento e un Prix d’interprètation fèminine a Cannes per la Regina Margot due David di Donatello per le sue interpretazioni e altrettanti alla carriera. Aveva, da Orgoglio e pregiudizio, nel 1957, fino alle ultime interpretazioni televisive, dedicato la sua professionalità di attrice stakanovista e puntuale al cinema e alle fiction tv.

Tra i suoi altri storici rifiuti quello per Barbarella che fu la fortuna di Jane Fonda. «Volevano farmi fare Barbarella – racconta – ma io non avevo voglia di mettermi le ali d’argento, la tutina e la parrucca». E il carattere indipendente, unito alla nostalgia di casa, la portarono al gran rifiuto.

«A Hollywood – ricorda – c’erano contratti terribili che venivano venduti e ricomprati da una major all’altra come al mercato degli schiavi. La preparazione di un film durava mesi, mi impedivano di prendere l’aereo e venire a trovare mio marito, in più avevo un bambino piccolo. Insomma, non era la vita per me».

Costruirsi una famiglia anche a costo di qualche rinuncia, è stata la linea seguita dalla Lisi ma nonostante questo ha perso due figli per lo stress da lavoro, un dolore che ricorda ancora oggi. «Ho un figlio e tre nipoti, e potrei avere altri due figli se non li avessi perduti per lo stress di stare sul set per dodici ore al giorno, svegliarsi alle 5 del mattino, eccetera… Mi creda: questo è un mestiere molto difficile».

Nel periodo hollywoodiano rifiutò di apparire nuda sulla copertina di Playboy e le avances di Frank Sinatra, che si era innamorato di lei.

Tra i registi con cui ha lavorato fra gli altri: Dino Risi, Mario Monicelli, Franco Brusati, Mauro Bolognini, Alberto Lattuada considera il più grande di tutti un indipendente come lei: Pietro Germi con cui interpretò il gioiello «Signore e Signori».

Fra le sue interpretazioni degli anni ’50 si ricordano poi Luna nuova (1955) di Luigi Capuano, Lo scapolo di Antonio Pietrangeli del 1955 con Alberto Sordi, e La donna del giorno, di Francesco Maselli. E’ proprio in quegli anni – ricorda Wikipedia – che grazie ad una pubblicità le arriva la grande popolarità: il dentifricio Chlorodont la scelse infatti per interpretare i propri sketch all’interno della storica rubrica televisiva Carosello, il cui slogan, con quella bocca può dire ciò che vuole, ottenne immediato successo e divenne un vero e proprio tormentone di quegli anni. Nel 1958 compare accanto a Totò e Peppino De Filippo nella commedia Totò, Peppino e le fanatiche.

Nell’aprile del 2014, dopo dodici anni di assenza, era tornata per l’ultima volta su un set cinematografico, recitando nella commedia di Cristina Comencini Latin Lover

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