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Per la terza giornata alla Festa del Cinema di Roma arriva Ettore Scola con “Ridendo e Scherzando” L’intento è stato quello di fare un documentario da ridere.   Raccontare Ettore Scola ‐ regista, sceneggiatore, disegnatore, umorista, intellettuale, militante ‐ cercando di usare la sua chiave, quella del suo cinema: parlare cioè di cose serie senza farsene accorgere, facendo ridere. Abbiamo voluto raccontare nostro padre unicamente attraverso le interviste che ha rilasciato nel corso della sua vita, i brani dei suoi film, e quello che ci ha voluto dire ‘dal vivo’, senza dover ricorrere mai a interviste ad altri che parlino di lui.   Una sorta di auto‐racconto, che lui mai avrebbe fatto dati la sua timidezza, il pudore e il disagio a parlare di sé, ma che abbiamo potuto fare noi che lo conosciamo abbastanza da poterlo sia celebrare che prendere un po’ in giro.

 A fronteggiarlo al posto nostro c’è un giovane attore e regista, Pierfancesco Diliberto, Pif, che lo accompagna nel percorso che abbiamo tracciato per raccontarlo: un nostro alter ego che a seconda delle necessità fa da intervistatore, narratore, lettore, agiografo, guida, spalla… e all’occorrenza, anche da badante.   Ettore e Pif sono nel Cinema dei Piccoli a Villa Borghese, dove sullo schermo scorrono oltre alle clip dei film e ai materiali di repertorio ‐ in cui vediamo Scola a tutte le età ‐ anche vecchi filmini in Super 8 (alcuni girati da lui stesso), backstage realizzati sui suoi set, fotografie rubate agli album di famiglia, disegni e vignette. E così il ritratto  ‐ biografico, artistico e umano  ‐ di Ettore Scola prende forma sotto i nostri occhi.                     Paola e Silvia Scola    Quando lo sentivo parlare, ogni tanto, pensavo quanto sarebbe stato bello se lo avessi conosciuto prima. In piena attività.   Io non ho solo una ovvia stima professionale per Scola, ma anche umana. Penso che appartenga ad una generazione che ha fatto resistenza a tutto lo schifo che questo paese abbia mai prodotto. E quindi in qualche modo ci abbia salvato. E in più lo ha fatto con il sorriso, come solo i cazzari veri sanno fare. Di quelli che quando li vedi pensi: meno male che almeno ci sono loro, meno male che c’è qualcuno che mi rappresenta. Nel mio piccolo, con tutti i miei limiti intellettuali, vorrei continuare idealmente il loro lavoro. Quindi grazie a voi per avermi chiamato!

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