"Inseguite i vostri sogni lasciando perdere il cinismo” Emma Stone e Damien Chazelle su La La Land che apre Venezia 73

A Venezia la Mostra si apre con un giardino al posto del buco della discordia e una rinnovata fama di piattaforma di lancio ideale per i film che segneranno la stagione dei premi. Si comincia con La La Land, omaggio alla città degli angeli e dei sogni, Los Angeles. Il trentenne Damien Chazelle ritorna dopo il dirompente successo di Whiplash – cinque nomination agli oscar e tre sorprendenti vittorie – con un musical dai colori pastello, costruito intorno alla coppia di artisti in cerca di riconoscimento Emma Stone e Ryan Gosling. Impegnato quest’ultimo sul set del sequel di Blade Runner, è la rossa attrice a ottenere l’attenzione generale nel corso della conferenza stampa veneziana del film in cui è stata accolta da vere ovazioni, così come un Damien Chazelle molto emozionato. I due si sono scambiati parole dolci e insistito sulla grande passione collaborativa che ha caratterizzato questo film.

Grande amante della cultura, del cinema e del cibo italiano, Chazelle ha detto di essere venuto una settimana prima per visitare il Paese, rimanendo molto colpito dal terremoto, sottolineando come abbia sempre sognato di venire allaMostra di Venezia con un suo film. Non solo, ma anche in concorso e come film d’apertura, non solo del festival,  ma anche della stagione dei premi. “Il mio primo lungometraggio, Guy and Madeline on a Park Bench, era un musical. Abbiamo bisogno, mai come oggi, di speranza e amore e nei musical si possono fare delle cose che violano le regole della realtà, come mettersi a cantare, per esprimere il linguaggio dei nostri sogni. Sono atemporali, semplici e veritieri, e le canzoni dettano le emozioni in maniera naturale, senza forzature. Il mio tentativo era di tornare indietro alla grande tradizione del genere, da Stanley Donen a Jacques Demy, adattandola alle emozioni della vita di oggi. Un immaginario old fashion, ma con persone vere che vivono nella Los Angeles di oggi.”

Emma Stone ha un’esperienza all’attivo importante nel genere a Broadway, dove ha recitato nel ruolo iconico di Sally Bowles che fu di Liza Minnelli in Cabaret. “Amo il musical veramente da sempre – ha dichiarato -, ho esordito sul palco a 8 anni proprio cantando e recitando. Ho sempre sognato di farlo al cinema e La La Land mi ha dato questo possibilità. Nel mio personaggio di attrice che cerca di sfondare c’è molto di me, di quando a 15 anni arrivai per la prima volta a Los Angeles. Ci sono vari incidenti durante i provini, situazioni in cui mi sentii umiliata. Quello che amo di Mia è che lei scrive in prima persona la sua storia, le sue esperienze, mentre io non ho avuto il suo stesso coraggio.”

Parlando di Los Angeles, Chazelle non ritiene sia un posto diabolico e senza speranza, pur con le sue contraddizioni. “Ci vivo da nove anni e mi ricordo la prima volta in cui arrivai, senza conoscere nessuno. Non è stato facile, come in ogni città in cui non hai punti di riferimento, in più L.A. non è amichevole, specie per me che venivo dalla costa est; non riuscio a conciliare quello che amavo con quello che odiavo della città. In fondo queste contraddizioni le ho messe nel film, tutti i cliché come il traffico, le celebrità, la competizione. Credo che scavando emerga qualcosa di molto poetico e bello. La La Land è raccontato con lo sguardo fresco di chi vede la città per la prima volta. Nel bene e nel male è un sogno nel mondo reale, che abbiamo rappresentato visivamente con colori pastello e una luce che siamo andati a cercare girando solo nel pomeriggio tardo, fra le 6 e le 7, cosa non facile per un film come il nostro. Basta che lo chiediate ai produttori”.

Richesta di un parere sugli insegnamenti che i giovani che vogliono inseguire i propri sogni dovrebbero trarre dal film, la Stone ha risposto: “Mi auguro che si liberino del cinismo, seguano con gioia la speranza e la bellezza delle storie da raccontare, senza interpretare ogni cosa con uno sguardo cinico, prendendo in giro tutto. Spero siano spinti a lavorare per ottenere quello che vogliono, per realizzare i propri sogni”

Parlando di riferimenti, il regista ha citato 8 e mezzo come ispirazione per la fulminante sequenza iniziale del film, in cui un ingorgo in uno degli enormi svincoli di Los Angeles si trasforma i una pista da ballo in cui gli automobilisti trasformano il loro umore nero in un trascinante numero di canto e ballo. “L’ingorgo iconico per me è quello del film di Fellini, con Mastroianni che si alza dalla macchina. Sono un musicista, e questo incide in ogni parte del film, non solo quelle strettamente musicali, ma anche nei movimenti di macchina o nel ritmo con cui gli attori recitano le loro battute. Volevamo che i vari elementi del film risultassero un unico continuum.”

Accedi

Registrati

Reimposta la password

Inserisci il tuo nome utente o l'indirizzo email, riceverai un link per reimpostare la password via email.