di Valeria Lotti

Tra le attività che preferisco al festival di Cannes figurano di sicuro gli incontri con attori e registi. Le Masterclass sono veri e propri eventi con file e lunghe attese, dove personalità leggendarie del cinema parlano della loro carriera – negli anni passati ci sono stati Gary Oldman, Martin Scorsese, Clint Eastwood, per nominarne alcuni.


Ma esistono anche degli incontri su scala ridotta, e questi sono i miei preferiti in assoluto. Quelli che ho il piacere di frequentare si tengono all’American Pavilion, in una saletta con una settantina di posti, molti dei quali occupati dagli studenti di cinema delle università americane. Questo giovedì l’ospite d’onore è stato il regista e compositore John Carpenter, vera e propria leggenda del cinema horror, che ha divertito e incantato i suoi interlocutori-spettatori con i suoi modi diretti e giocosi.

Il giorno prima gli è stato conferito dalla Quinzaine des Réalisateurs il premio alla carriera Carrosse d’Or. Ci ha scherzato su dicendo che probabilmente c’è stato un errore e hanno dato il premio all’uomo sbagliato. Poi ha parlato con piacere delle sue esperienze, dai tempi della scuola di cinema con Hitchcock e Orson Welles come professori, fino alla composizione della colonna sonora de “La Cosa” con Ennio Morricone, quando chiese al compositore italiano di fargli “qualcosa di elettronico con meno note”. Ma con ancora più piacere ha parlato con gli studenti di cinema, interessandosi ai loro progetti e spronandoli a creare, a non esitare, perché la strada di Hollywood è molto difficile ma non impossibile. E quando gli è stato domandato se sapesse chi fosse veramente la “cosa”, ha detto con un sorriso sornione: “Lo so, ma non posso dirvelo!”

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