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Festa del Cinema – alle 19.00 è il momenti di Pablo Agüero, per “Eva no duerme” che ha ricevuto il Gran Premio per la migliore sceneggiatura nel 2012 e da una lettura pubblica di Jeanne Moreau ne è stata realizzata una pièce radiofonica per France Culture. E’ il 1952. Eva Perón, la figura politica più amata e odiata dell’Argentina, muore a soli 33 anni. Un esperto in tassidermia deve imbalsamarla e dopo anni di duro lavoro, riesce a ottenere un risultato notevole. Durante questo tempo i militari hanno preso il potere e l’intenzione della dittatura è quella di cancellare completamente la memoria popolare di Evita. Il suo corpo scompare per 25 anni. Durante questo quarto di secolo, Evita, anche morta e sepolta, è una delle più potenti figure politiche nel paese.

NOTE DI REGIA

La vera storia del corpo scomparso di Eva Perón non è mai stata raccontata in un film; ed è una delle storie più incredibili, ideali per il cinema. Eva no duerme inizia nel giorno della sua morte e finisce la notte in cui lei è sepolta, 25 anni più tardi. La sua leggenda nasce un secondo dopo la sua morte, come la storia di Cristo si completa con la sua crocefissione. All’inizio pensavo che il Peronismo fosse un vecchio populismo pieno di contraddizioni, poi, dopo lunghe ricerche per il film durate 5 anni, ho capito che se la reazione fu così dura e la repressione così sanguinosa, fu perché è stato un periodo veramente rivoluzionario. C’è una ragione per cui all’inizio si parlasse di “giustizialismo”. La sua importanza storica, più del progetto politico in sé, è dovuta all’introduzione del concetto di giustizia sociale. Amo l’idea del mito di Evita e delle sue lacrime che nessuno può far tacere. Questa donna, non lontana da noi, vive negli ideali di migliaia di persone che l’hanno assunta come madre della rivoluzione. È una spina nel fianco per il regime militare e per i neoliberisti. È come una fenice che torna sempre a ricordarci che fino a quando non ci sarà giustizia sociale, non ci sarà pace.

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